TEKKEN IL FILM: QUANDO CORPORAZIONI E POTERE VANNO PRESE A PUGNI

 

Il giovane Jon Foo interpreta l’intrepido lottatore giapponese Jin Kazama, in quella che si dimostra essere la prima trasposizione sul grande schermo del celebre gioco di combattimento action, il quale ha fatto divertire (e fa tutt’ora divertire), sin dai primi anni ’90, ben tre generazioni di giovani nerd. Ma il film, secondo l’opinione dei fan più accaniti, non è stato affatto ritenuto all’altezza dell’epica saga per consolle, poiché non rispecchia la trama originaria. I pochi incassi ricevuti al botteghino ne sono la prova inconfutabile. E conseguentemente a ciò, il film è stato ritenuto un completo flop. Da un lato questo è vero, palpabile in diverse scene (girate a cavallo tra Giappone e Stati Uniti), svoltesi all’interno del torneo IronFist, anche se le diatribe costruite sui tre personaggi principali su cui fa da impalcatura la vicenda sono le stesse. Nonostante il numero di personaggi sia molto limitato rispetto al gioco in sè per se, la fisionomia dei pochi presenti (soprattutto per quanto riguardo Eddy Gordo e Raven) è molto simile; in più, quello che tanti spettatori non comprendono è proprio la mancanza di tempo all’interno di un progetto cinematografico.

Di conseguenza per gli sceneggiatori (Michael Colleary, Allan Mc Elroy e Mike Werb) e il regista Dwight H.Littol è sembrato giusto concentrarsi anziché sul torneo Ironfist, molto di più sulla pesante e interessante contesa interna intricata a doppio filo della famiglia Mishima, in forza della quale erano coinvolti Heiachi e Kazuya, nonno e padre di Jin (parenti di sangue a piena insaputa di quest’ultimo) nell’omicidio di sua madre Jun Kazama. Componente famigliare che per il protagonista non è solo il genitore, ma un vero e proprio mentore profetico; i flashback che Jin vive, durante i combattimenti per la conquista del titolo IronFist, ne sono un indizio indiscutibile. Ma a lui del titolo non interessa: vuole a tutti i costi la testa di Heiachi su un vassoio come trofeo, per vendicarsi della perdita di sua madre.

 

E i risvolti della vicenda saranno ricchi di cospicua suspense, grazie alla quale lo spettatore rimarrà magnetizzato dai colpi di scena, che si susseguono come una raffica di pugni e calci incapaci di lasciar tregua.

Giovani presenze in piena luce di carriera, si vedono non soltanto sul set, ma si odono anche nel doppiaggio nostrano della lavorazione: Flavio Acquilone prevale sul sinc di Jon Foo e Domitilla D’Amico, intrinsecamente all’interpretazione di Kelly Overtong che veste i panni della sensuale capoerista  Christie Monteiro, potenziale erede di Eddy Gordo…Almeno per quel che riguarda il background el personaggio nel prodotto video ludico. Nella pellicola tra i due personaggi principali, scorre un feeling particolare che trasmette l’equilibrio tra ironia, divertimento, passione per il combattimento e tenerezza. E Jin dimostra l’affetto verso di lei soprattutto nella finale contro Bryan Fury, l’uomo cyborg, lo sperimento più devastante della corporazione Mishima; personaggio interpretato da Gary Daniels e doppiato da Enrico Di Troia. Alla guida del cyborg vi è Kazuya, il quale è interpretato da e doppiato da un tenebroso e Christian Iansante. Inseguimenti, ricatti e dure minacce con scontri all’ultimo sangue fanno da cocktail d’azione in un panorama urban dark futuristico con tanto di coprifuoco notturno indiscutibile. La dove la sfida ha inizio senza pietà, ignorando completamente una possibile resa.  Un film carnale, d’impatto, che purtroppo è stato pesantemente criticato dai followers appassionati dell’omonimo videogioco, e che tuttavia personalmente andrebbe, a distanza di diversi anni, enormemente rivalutato.  Specialmente se venisse fatto un sequel sensato a riguardo. Ci hanno provato nel 2014, ma è risultato un’esperimento filmico in grado di suerare qualsiasi film trash mai creato finora. Personalmente la vedo molto dura che un vero regista prenda tra le mani il progetto per creare qualcosa di sensato e magari autoriale. Ma chissà, sognar non nuoce.

https://www.youtube.com/watch?v=NgkGLSqFBpk

Pubblicato da universalemmi

Raffaele Rovinelli nasce il 2 ottobre 1988 a Fano, una piccola città situata sul litorale Adriatico Nord della regione Marche. Sin da piccolissimo ha dimostrato agli altri un certo tipo di sensibilità, oltre alla necessità di solitudine in alcuni momenti delle sue giornate; per questo motivo le persone, specialmente in ambito scolastico, non lo hanno mai compreso, ma addirittura rigettato e pesantemente discriminato in tantissime occasioni della sua vita. Da tale disprezzo esterno, in Raffaele cominciò ad accendersi ed autoalimentarsi una spropositata voglia di riscatto. Nel febbraio 2009, la morte del suo caro bisnonno lo porta, giorno dopo giorno, a capire che la letteratura può aiutarlo ad esprimersi al meglio, pertanto riuscendo, attraverso questo potentissimo mezzo di comunicazione, a farsi comprendere da chi lo circonda. Pian Piano, Raffaele riesce a costruirsi un suo particolare stile di scrittura attraverso il quale si amplia poliedricamente, cominciando in seguito ad approcciarsi alla poesia, agli aforismi, ai racconti brevi e a qualsiasi altro stile di scrittura esistente. Parallelamente a tutto questo, nel 2012 egli si converte, comprendendo in seguito che una semplice religione non sarebbe bastata per cambiare la sua mente, ma sarebbe riuscito nell’intento grazie una relazione autentica e duratura con Dio, instaurata prima di tutto nella fede.. Raffaele, con il tempo necessario a disposizione, avrebbe dato i suoi buoni frutti in qualsiasi campo, sradicando nel profondo qualsiasi tipo di dubbio, vendetta ed amarezza residente in lui, affinché potesse ottenere un riscatto. Nel 2013 è stato scelto come autore emergente per poter offrire visibilità a sette sue composizioni poetiche, attraverso la sua prima partecipazione al un concorso poetico web nazionale, grazie alla sua opera in rima "Sofferenza". In seguito nel luglio del 2014 ha partecipato per la prima volta, con un estratto inedito di racconto lungo 150 parole, al concorso “Getloub” creato dallo scrittore Giuseppe Carta, arrivando tra i finalisti in sesta posizione su venticinque racconti inediti. Nel gennaio del 2015, grazie alla partecipazione del concorso Nazionale “PREMIO PONTEVECCHIO” con un saggio breve inerente alla celebre opera pirandelliana “La patente”, viene segnalato e invitato alla serata di premiazione tenutasi il 14 marzo 2015, dove gli viene consegnato un diploma con motivazione da parte della giuria. Quasi in contemporanea, gli vengono segnalate due poesie inviate al concorso nazionale “Scrivendo Poesie” organizzato da Fiera Libro Romagna. Le suddette poesie vengono poi pubblicate in un’antologia presentata e venduta durante la serata di premiazione e consegna attestati nel corso della Fiera del Libro di Cesena. Nell’estate dello stesso anno prende parte come giurato al concorso “Geltoub” Tra il 2015 e il 2016 prende parte ad alcuni corsi intensivi di sceneggiatura, workshop di teatro e drammaturgia con i docenti professionisti Alessandro Forlani, Riccerdo de Torrebruna e Rosario Galli, per potersi inserire nel mondo del cinema e della cultura, inizialmente in veste di soggettista/co-sceneggiatore. Sempre nel corso dello stesso periodo svolge due spettacoli teatrali con il regista Riccardo de Torrebruna, “PASSAGGIO A NORD - OVEST” rispettivamente a settembre del 2015 e “SALA DA BALLO” a Settembre 2016 con il gruppo teatrale “Spartito libero”. Durante l’estate del 2016 partecipa per la seconda volta al concorso “Geltoub!”, arrivando in quinta posizione su circa trenta racconti brevi. Nel febbraio del 2017 pubblica la sua prima silloge poetica ufficiale “SCIARADE Vol.1 – CADUTA”, grazie al quale inizia a muoversi in maniera più obbiettiva sul web, specialmente attraverso le interviste sui blog; nell’aprile dello stesso anno, all’interno del concorso web “LETTERA A MIO FIGLIO” il suo testo viene scelto per essere inserito in un’antologia di lettere, che viene venduta nel corso del Salone del libro di Torino. Inoltre fonda un blog personale che si chiama “Universalemmi”, nel quale parla liberamente di cinema, danza, letteratura, fumetti, teatro, etc. Sia durante l’inverno che nel corso dell’estate ha preso parte attiva come ballerino di breakdance con il proprio gruppo all’interno degli eventi organizzati con il brand “Carpe Riem”. Sempre nello stesso anno svolge due repliche dello spettacolo già citato “Sala da ballo”, una svoltasi a Pergola dentro il palazo nobiliare di Casa Godio, un’associazione che si occupa di ex tossico dipendenti e persone con problemi di natura psichiatrica; la seconda svoltasi nella splendida cornice del borgo di Antrodoco, una località di bellezza rara ubicata in provincia di Rieti.