Sembra passata una vita da quella settimana di fine estate, eppure sono trascorsi solo due anni. Quanti bei ricordi racchiusi tutti in una foto: strenue prove sul palco e nella stanza della foresteria, risate, paranoie mentali inutili, commenti “sofisticati pseudo-intellettuali”, tensioni pre-spettacolo, esercizi, cene fuori…Un’esperienza che consiglierei a tutti. E ora, dopo due lunghi anni, tante cose sono cambiate, alcuni membri sono andati via, altri sono tuttora attivi, come il sottoscritto. Ma, ad ogni modo, il gruppo teatrale in questione ha creato un’ associazione. Eh si, fa pure rima. Il nome ufficiale di quest’ultima si chiama “Spartito libero”, fondata da Massimo Spagnuolo, Ersilia Tenti e Pia Fratini. Ma vediamo di andare con ordine, partendo dalla genesi di tutto. Tutto cominciò in quel caldissimo 31 Agosto del 2015, presso il Teatro Mario Tiberini di San Lorenzo in Campo. Ormai settembre era alle porte e in quel teatro tanto caratteristico, quanto efficace in termini di acustica, si svolse un evento piccolo, contenuto, ma comunque degno di diversi encomi culturali: “STUDIO ACTING – WORKSHOP INTENSIVO DI FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO PER ATTORI E SCRITTORI” organizzato da Lorena Villanelli con la collaborazione della Pro Loco e del comune di San Lorenzo, Noctis, della Riserva Privata San Settimiodella Farroteca Monterosso, della locanda San Martino e del Ristorante Pizzeria “il Gattoe la Volpe”, con la guida esperta dello sceneggiatore, scrittore e regista teatrale romano Riccardo De Torrebruna. A questa iniziativa sono risultati iscritti circa quindici persone, sia giovani che non, i quali hanno lavorato (anche attraverso improvvisazioni sul palco) ad uno spettacolo chiamato “PASSAGGIO A NORD-OVEST”che si è svolto a partire dalle ore 18.00 del 6 settembre 2015. A seguire, troverete alcune domande preparate dal sottoscritto, che hanno con grande piacere coinvolto, per ordine di risposta specifica: Lorena Villanelli (Organizzatrice), il Sindaco di San Lorenzo Davide Dellonti e l’ospite d’onore, Riccardo De Torrebruna..
Raffaele Rovinelli: Cosa ti ha colpito di più di questa esperienza?
Lorena Villanelli: La grande capacità d’imparare da parte delle persone intervenute, la professionalità di Riccardo, la disponibilità del sindaco, degli enti e degli sponsor nel dare vita a questa opportunità, etc. Sono felice che l’esperienza è totlmente riuscita e che tutti si siano divertiti manifestando impegno, serietà e una grande dose di umiltà.
Sindaco Davide Dellonti: Mi ha colpito sicuramente l’entusiasmo con cui i ragazzi hanno affrontato un percorso di approfondimento nel campo della recitazione del teatro ma anche del cinema, pur provenendo dalle più disparate esperienze nel campo recitativo portando in scena una parte della loro vita e delle loro storie davanti ad un pubblico entusiasta.
Riccardo De Torrebruna: Ritornare in un teatro in cui avevo lavorato sedici anni fa e ritrovarci l’atmosfera di allora con nuovi volti, nuove potenzialità, nuove persone disposte a mettersi in gioco, prima ancora di considerarsi degli attori ha suscitato in me significative sensazioni. Quasi come un passato ritornato sui suoi passi in una veste migliore.
R.R.: E cosa invece, secondo il parere di ognuno di voi, ha aperto una breccia nel cuore dei partecipanti al laboratorio?
L.V.: La sperimentazione PRE-ACTING ha significato l’abbattimento dei muri o dei pregiudizi esterni, riguardanti tutte le tensioni accumulate vivendo la società moderna: siamo entrati tutti dentro il teatro con mille paure, mille blocchi sui quali Riccardo ha lavorato spietatamente per poterli smussare a dovere. Da questo, attraverso il racconto di vite vissute, Riccardo è riuscito ad incanalare sul palco scene appartenenti ad un crudo contesto sociale, mettendo in risalto ciò che i protagonisti avrebbero voluto dire per contestare le decisioni del proprio antagonista sulla loro vita.
S.D.D: Sicuramente è stato terapeutico, sotto certi punti di vista. E’ stato senza dubbio soprattutto un processo di creazione artistica passando passando per una delicata esplorazione ispirata al proprio vissuto. La “terapia teatrale” in sostanza, ho compreso che consiste nel superare le proprie timidezze e difficolta relazionali, che in tutti noi, chi più, chi meno, possono esistere, malgrado la società che molto spesso, con il suo essere spietata ci opprime da quello che in realtà vorremmo dimostrare di essere.
R.D.T.: La possibilità di scoprirer che il loro vissuto non è ordinario né banale, che la loro storia ha il potere di aggaciare un pubblico e portarlo ad empatizzare.
Hai intenzione di organizzare un altro workshop del genere da queste parti?
L.V.: Poter creare un filo conduttore, con appuntamenti periodici anche di breve durata, per far crescere le persone da un punto di vista artistico con la speranza di convogliare tutte le energie per dare vita ad un vero e proprio sceneggiato teatrale, pieno di toccanti monologhi e scambi di battute divertenti.
S.D.D: Si perché c’è richiesta. Anche se noi non ce lo aspettavamo affatto tutto questo riscontro. Le persone vogliono continuare a lavorare su questa linea e c’è il desiderio di formare una vera e propria compagnia di teatro. Qualcosa, qualche idea per un futuro quasi imminente c’è già.
R.D.T.: Si, ho intenzione di continuare a insegnare in questa zona per motivi affettivi e per coltivare quei talenti che decidano di dedicarsi al lavoro che propongo, un lavoro che ha una metodologia e una tradizione molto antica e che ha sempre riscosso un seguito e un’attenzione, quando ha prodotto dei progetti.
R.R.: Ora qualche domanda singola. Cominciamo da te, Lorena. Da dove è nata l’idea di svolgere questo intensivo laboratorio di teatro?
L.V.: Dunque, l’idea è nata dal voler trasferire la sede romana dello studio di Riccardo in un contesto meno caotico; quindi più vicino all’essere umano, ai paesaggi, alla tranquillità delle piccole località nanscoste tra le colline, che si dimostrano sempre grande fonte d’ispirazione per un’artista. Io sono stata una tra le prime allieve di Riccardo; lo invitai a Pergola, la mia città natale, a fare dei seminari mentre era impegnato a lavorare per i suoi fantastici romanzi (tra i quali “Blood and Breakfast”). A lui fin da subito piacque molto la location, la gente del posto e la vita semplice, a misura d’uomo. Così il lavoro diventa più profondo, le sensazioni s’infittiscono, diventano più vere e le persone che osservano, semplicemente, sorridono.
R.R.: Veniamo a lei, carissimo Sindaco. Ha riscontrato qualche difficoltà in paricolare nell’organizzare questo evento così trascinante?
Sind. D.D.: Non vi è stata, in realtà una difficoltà. E’ stata più più una scommessa, un’idea buttata lì diversi mesi prima e realizzata con sorpresa grazie all’adesione di diverse personalità marchigiane e non solo, le quali hanno positivamente recepito un progetto che nel nostro limitrofo contesto territoriale non era mai stato realizzato in precedenza. I partecipanti hanno fatto un’esperienza non solo teatrale, drammaturga, di scrittura creativa, ma culturale a 360° e hanno fatto esperienza anche sul territorio della provincia nel piano enogastronomico, paesaggistico, etc. Non era scontato che l’iniziativa in questione avesse tutto questo successo e siamo soddisfatti: potrebbe essere un apripista ad eventi ancora più seri e coinvolgenti.
R.R.: E ora la domanda cruciale al regista, per finire in bellezza: Qual è secondo te, il segreto principale per essere un bravo attore o una brava attrice, o comunque un artista che gode di buona fama e visibilità?
R.D.T.: Mettersi in gioco e sapere che cosa si sta raccontando. Mettere sempre in questione quello che si ha da dire e lavorarci su come insegnano gli artigiani: CREARE UN PROPRIO METODO CREATIVO E SEGUIRE LA PROPRIA STRADA CON RIGORE E SOPRATTUTTO FEDE.
R.R: Vi ringrazio per gli interessanti interventi da voi illustrati. Spero vivamente che quest’intervista possa entrare in contatto con tante altre persone, giovani e non, le potranno poi avere l’opportunità di vivere questa bellissima esperienza, arricchendo così il loro bagaglio culturale. A presto a tutti voi.
Raffaele Rovinelli