https://www.youtube.com/watch?v=dZOaI_Fn5o4Trent’anni passano in fretta, specialmente se sono visionari, noir e talmente tanto “cibernetici” da diventare un eterno simbolo per oltre tre generazioni di cinefili. E non. A volte non sembra, ma trent’anni corrono più veloci di un agente speciale, un runner alle prese con l’inseguimento di un replicante da sparare a vista con il blaster carico pronto a colpire l’obbiettivo. Ed è complicato sia stare dietro al runner, che al replicante. Anche se paradossalmente Ryan Gosling, nella sua interpretazione all’interno del trailer del secolo, sembra prendersela piuttosto comoda…almeno fino ad un certo. Anche Harrison Ford, del resto, ma vista la scolpita brizzolatura da settantacinquenne è di gran lunga più comprensibile…ma, anche qui,sempre fino ad un certo punto. Ciò è un barlume di speranza, di fronte ad un contesto da “cappa maiuscola”, viste le fitte nebbie tossiche e i nomi dati ai personaggi “buoni” principali. Già, “buoni”. Perché dalle fenomenali clip rilasciate sul web a noi poveri stolti mortali sembra proprio che, sia il blade runner della nuova generazione che l’ex poliziotto siano rudi e brutali all’inverosimile. Disposti a tutto pur di portare a termine il proprio incarico. E in un paesaggio futuristico, consumistico, terribilmente peggiorato e tossico ad un livello inverosimile, segnato come se non bastasse da un potente black out avvenuto nel 2022, la radicalità degli eroi non deve lasciare scampo. Parola d’ordine: ” Buoni sì, buonisti mai”. Questo potrebbe essere uno dei funzionali motti di tali agenti. L’impronta del significato che prevale la surrealtà onirica della distopia, capace d’ insegnare molto all’attualità. Specialmente grazie a figure di spicco del panorama popolare del calibro di quel sfacciato e belloccio premio oscar di Jared Leto il quale, attraverso il suo enigmatico personaggio Wallace, porta avanti lo scopo di sostituire vecchi modelli replicanti Nexus da egli creati con i Nexus 9, la serie più aggiornata di sempre. Questo perchè “Ogni progresso della civiltà è stato costruito sulle spalle degli schiavi”, quindi sembra proprio che Wallace si arrocca su di sè il diritto di decidere chi deve essere schiavo e chi non deve esserlo. Sopravvalendo così la propria opinione a quella di chiunque altro. Potremmo definirlo il gioco di Dio, poiché seducente tuttavia sedicente. E non a caso il regista in un video ammette di averlo scelto per quella parte proprio perchè alla cosegna dell’oscar per il look che aveva sembrava una possibile reincarnazione messianica. Per altro, a quanto si dice alcuni Nexus 9 avranno proprio una funzione messianica. Staremo un pò a vedere.
Stavolta il ben criticato ed invecchiato, come un vino dal retrogusto cyberpunk in un’ oscura cantina noir, Ridley Scott, all’interno del progetto ha badato a parole e spese,adempiendo un gesto molto saggio e congeniale: ha rinunciato alla direzione artistica. ma alla sceneggiatura, scritta a quattro mani con Hampton Fancher con cui si occupò della stesura anche nel primo capitolo del film evento. Ormai divenuto un cult visionario, visto che ne sono state riproposte circa sette versioni. Ma tralasciando le vecchie glorie, per il merchandise è stato proprio Scott che ha “sganciato dalle saccocce”, visto che ne è il produttore esecutivo, a differenza del primo capitolo in cui il produttore fu Michael Deeley. Trent’anni fanno la differenza quando si porta avanti una storia iconica, che per il pubblico non porta con sè solo il valore dell’intrattenimento, ma specialmente quello dell’emozione e della riflessione. L’insieme di questi fattori fondamentali per un’opera che ha tutte le intenzioni di dimostrarsi epocale, è senza dubbio amplificato dalle musiche psichedeliche di Hans Zimmer, le quali ricordano molto i sintetizzatori anni ’80 utilizzati da Vangelis per la colonna sonora del cult. Pur aggiungendo tasselli in più di forte suspence, che non guasta.
https://www.youtube.com/watch?v=bdFNJSql8QA
In questa nuova corsa contro il tempo la formula n°1 del frame rettilineo oscuro come l’asfalto non poteva che passare a Denis Villeneuve. E con un cognome del genere avrà saputo senza dubbio tenere testa alla corsa. Chissà, magari lo vedremo il prossimo anno al Grand Prix degli Oscar proprio grazie a questo attesissimo sequel, ormai alle porte. In un intervista Denis ha pure ammesso che non vedeva l’ora di finire le riprese visto l’enorme quantità stress accumulata durante tutti i passaggi della costruzione dell’opera cinematografica. E, sottolineato ciò, per ora non sa dirci se ci saranno ulteriori sequel o cortometraggi a tema come i tre che sono usciti per dare un quadro articolato al periodo contestuale tra il primo e il secondo film.
Perchè diciamocelo, già ottenere tutto questo da un regista che storce il naso di fronte al greenscreen riabbracciando le vecchie e intramontabili scenografie reali (per quanto surreali) è già più che abbastanza. Senza contare le diverse versioni date al primo film, tra uscita in sala, director’s cut e final cut.
Infatti la spettacolarità delle clip rilasciate in anticipo, sommate ai vari teaser e trailer estesi preannunciano una visione fantascentifica totalmente fuori dagli schemi. Ma non dagli schermi. Neppure Dave Batista con i suoi cazzottoni da Werstler riuscirebbe nell’impresa. E a ben 44 anni suonati lo vediamo ancora all’opera, nei panni di un tarchiato replicante omicida.
Non so voi, ma personalmente quando arriverà il fatidico momento in cui mi siederò sulla comoda poltrona del multisala con il caldo cartoccio di popcorn in mano, spero di trovarci dentro un lucente origami a forma di unicorno. E lo farò col sorriso maligno da replicante, pur non avendo gli occhi azzurri di Rutger Hauer. Ma forse non esiterò a comprarmi un cappotto simile. E per quelli che non si sono ancora visti il prequel del 1982, ve lo scrivo col cuore…puntatevi il blaster in bocca e premete il grilletto.
Qui unità Blade Runner, sezione Vangelis, nome in codice Universal Words.
Passo e chiudo.